1° tappa GIAPPONE

ClNel mondo ci sono tanti paesi meravigliosi. Poi esistono quelli che sono qualcosa in più e rimangono per tutta la vita dentro chi li visita.
Il Giappone è così, davvero difficile raccontarlo in poche parole.
KYOTO
Kyoto, fondata nel 794, è “il cuore del Giappone” per la sua importanza storica e cultuale nella storia del Paese. Essendo stata risparmiata dai bombardamenti, la città conserva le architetture tradizionali degli antichi quartieri, i templi e i giardini che la rendono unica e dove si sono tramandate le tradizioni artistiche, religiose culturali ed artigianali giapponesi. Il modo migliore per visitare la città è a piedi, attraversando le piccole vie con le botteghe artigiane, le sale da tè e i negozi degli antiquari, passeggiando nei giardini ed ammirando i templi buddhisti e i santuari shintoisti. In primavera poi è un tripudio di ciliegi in fiore.
TOKYO
Già conosciuta come Edo, la città fu ribattezzata Tokyo (“Capitale d’Oriente”) nel 1868 e divenne la capitale del Giappone sviluppandosi intorno al Palazzo Imperiale. Oggi è una metropoli di più di 12 milioni di abitanti. Modernissima (è stata ricostruita dopo vari terremoti ed i bombardamenti della seconda guerra mondiale) è attraversata da sopraelevate, affollata da una selva di grattacieli e illuminata da migliaia di luci al neon e insegne pubblicitarie.
Visitare Tokyo riserva tuttavia notevoli sorprese perché si tratta in realtà di molte città, diverse tra loro, ma unite a formare una metropoli proiettata nel futuro, capitale politica, economica e culturale del Paese. È tra le città più vitali ed energiche del mondo, ma conserva templi, giardini e tradizioni che solo a noi possono sembare stridenti, ma che sono la norma in un Paese dove gli uomini di affari in completo grigio camminano accanto alle signore vestite con gli eleganti kimono e alle ragazzine truccate da cosplay (personaggi dei manga).
Il Giappone è così, davvero difficile raccontarlo in poche parole.
KYOTO
Kyoto, fondata nel 794, è “il cuore del Giappone” per la sua importanza storica e cultuale nella storia del Paese. Essendo stata risparmiata dai bombardamenti, la città conserva le architetture tradizionali degli antichi quartieri, i templi e i giardini che la rendono unica e dove si sono tramandate le tradizioni artistiche, religiose culturali ed artigianali giapponesi. Il modo migliore per visitare la città è a piedi, attraversando le piccole vie con le botteghe artigiane, le sale da tè e i negozi degli antiquari, passeggiando nei giardini ed ammirando i templi buddhisti e i santuari shintoisti. In primavera poi è un tripudio di ciliegi in fiore.
TOKYO
Già conosciuta come Edo, la città fu ribattezzata Tokyo (“Capitale d’Oriente”) nel 1868 e divenne la capitale del Giappone sviluppandosi intorno al Palazzo Imperiale. Oggi è una metropoli di più di 12 milioni di abitanti. Modernissima (è stata ricostruita dopo vari terremoti ed i bombardamenti della seconda guerra mondiale) è attraversata da sopraelevate, affollata da una selva di grattacieli e illuminata da migliaia di luci al neon e insegne pubblicitarie.
Visitare Tokyo riserva tuttavia notevoli sorprese perché si tratta in realtà di molte città, diverse tra loro, ma unite a formare una metropoli proiettata nel futuro, capitale politica, economica e culturale del Paese. È tra le città più vitali ed energiche del mondo, ma conserva templi, giardini e tradizioni che solo a noi possono sembare stridenti, ma che sono la norma in un Paese dove gli uomini di affari in completo grigio camminano accanto alle signore vestite con gli eleganti kimono e alle ragazzine truccate da cosplay (personaggi dei manga).
2° tappa MALDIVE
Ventisei atolli, circa 1.200 tra isole ed isolotti compaiono come dal nulla nelle limpide acque dell’Oceano Indiano, circondate dal reef, orlate da bianche spiagge e coperte da una fitta vegetazione tropicale. Il nome Atollo deriva dal maldiviano “atholu” che significa “isola a forma di anello”. È una formazione madreporica circolare che racchiude una laguna interna la cui dimensione può variare da pochi ad alcune decine di chilometri. Tali conformazioni sorgono in prossimità di vulcani sommersi. Il primo uomo che studiò gli atolli fu Darwin, la cui teoria sulla loro formazione è ancora la più attendibile. Milioni di anni fa, nella zona dove oggi sorgono le isole maldiviane, i vulcani affioravano sulla superficie del mare; in questo modo i coralli trovano un fondale duro su cui crescere. Il progressivo sprofondamento dei vulcani ha permesso alle formazioni madreporiche di aumentare la propria altezza, vive in superficie, sopra una cintura di coralli morti in profondità. Questo fenomeno è andato avanti fino al totale inabissamento dei vulcani e la cintura di madrepore si è stabilizzata intorno ad una laguna creando la situazione attuale. I reef degli atolli maldiviani presentano delle aperture di varia larghezza dette “pass oceaniche” che collegano la laguna interna all’Oceano Indiano e che permettono, oltre al ricambio di acqua, anche un passaggio di pesci e di nutrimenti dall’oceano alla laguna.