Il nostro Viaggio di Nozze inizia negli ...
U.S.A
LOS ANGELES
Nessuno sa perchè Los Angeles affascina. La megalopoli californiana sfugge alle definizioni, è una ragnatela di autostrade, è la mecca del cinema, è il lungomare con le palme, è la selva dei grattacieli della downtown, sono i quartieri poveri dove suonano ritmi esotici o le ville faraoniche di Beverly Hills e Bel Air. Diciamocelo: Los Angeles la conosciamo tutti e non la conosce nessuno. Dentro troppi film e troppe serie televisive per non essere familiare, camminiamo per le sue strade e i suoi quartieri quasi come in un percorso nella memoria, eccitati come bambini che ritrovano nella realtà ciò che ne ha nutrito la fantasia e il desiderio. La grande scritta Hollywood troppo imponente per essere kitch, funziona da simbolo, come la Tour Eiffel per Parigi.
E poi c’è il lungomare, perché la megalopoli americana è anche una splendida località di mare con spiagge mitiche, dove transitano i tipi più strani, dove nascono e muoiono le mode che condizionano il nostro modo di vivere. Ovviamente d’obbligo la visita degli studios cinematografici per essere parte del mito e non solo spettatori.
La visita alla downtown consente di cogliere qua e là scorci della Los Angeles che fu: dal Pueblo de Los Angeles il parco storico che sorge dove nel 1781 nacque la città, alla Avila House datata 1818, la più vecchia casa della metropoli, e alla City Hall, nel suo centro nevralgico e sorprendentemente tranquillo.
LAS VEGAS
Las Vegas è un animale notturno, completamente irriconoscibile alla luce del sole. È fatta di luce, di architetture folli che hanno un senso solo se vengono trasfigurate dalle ombre della notte. Vegas è una sorta di non luogo, un sogno o un incubo nato in mezzo al deserto. È una città impossibile, immaginata e voluta da un gangster pieno di fantasia e di fiuto, Bugsy Segal, che nel 1964 vi aveva aperto il primo casinò. Non ci sono stelle nel cielo di Las Vegas tanta è la luce che la città del gioco e del piacere proietta nel suo “particolare” universo. Non ci sono regole, né sonno, né pace, né limiti nelle sue notti.
Per conoscerla bisogna perdersi e… mettersi letteralmente “in gioco”.
I Grand Hotel dello Strip sembrano immensi luna park, città dei balocchi in formato “adults only”. Ci sono Venezia in miniatura, una svettante tour Eiffel, vulcani che eruttano luce, pirati che sparano cannonate, una riedizione di Roma antica che fa vergognare Cinecittà. Per non parlare dei faraoni, del ponte di Brooklyn e della Statua della Libertà. Ma se per caso vi svegliate un mattino con la voglia di vedere Las Vegas “nuda” delle sue luci e delle sue follie potreste ritrovarvi fuori dal sogno e scoprire qualcosa della vecchia città di frontiera, dura, piena di contrasti, di gallerie d’arte e di negozi alternativi, di cappelle matrimoniali, di tattoo shop e mostre di altissimo livello. Fuori dai tavoli da gioco, lontano dalle slot machine c’è un altro mondo che la luce non perdona: l’altra faccia del peccato.
GRAND CANYON
Il Grand Canyon, la più grande frattura della superficie terrestre dopo la Rift Valley (Africa), è attraversato dal fiume Colorado, lungo 450 km e profondo oltre un chilometro e mezzo. Questo parco, unico per le sue caratteristiche geologiche, è l’esempio più significativo dell’azione dei fenomeni erosivi naturali. Gli elementi che maggiormente hanno contribuito a modellare la sua conformazione sono stati il vento, l’acqua e il ghiaccio, ma anche l’attività vulcanica e il fenomeno della deriva dei continenti. Il Canyon è profondo oltre 1.500 m e ha una lunghezza variabile da 200 m a 29 km. I due punti d’accesso principali sono: il South Rim, in cui si trovano le numerose strutture ricettive e i view point più spettacolari e il North Rim, più selvaggio. La prima spedizione scientifica in questo luogo si verificò alla fine degli anni ’70 del XIX secolo ad opera dello statunitense Jon Wesey Powel; egli descrisse le rocce sedimentarie come “pagine di un grande libro di storia”.
Nessuno sa perchè Los Angeles affascina. La megalopoli californiana sfugge alle definizioni, è una ragnatela di autostrade, è la mecca del cinema, è il lungomare con le palme, è la selva dei grattacieli della downtown, sono i quartieri poveri dove suonano ritmi esotici o le ville faraoniche di Beverly Hills e Bel Air. Diciamocelo: Los Angeles la conosciamo tutti e non la conosce nessuno. Dentro troppi film e troppe serie televisive per non essere familiare, camminiamo per le sue strade e i suoi quartieri quasi come in un percorso nella memoria, eccitati come bambini che ritrovano nella realtà ciò che ne ha nutrito la fantasia e il desiderio. La grande scritta Hollywood troppo imponente per essere kitch, funziona da simbolo, come la Tour Eiffel per Parigi.
E poi c’è il lungomare, perché la megalopoli americana è anche una splendida località di mare con spiagge mitiche, dove transitano i tipi più strani, dove nascono e muoiono le mode che condizionano il nostro modo di vivere. Ovviamente d’obbligo la visita degli studios cinematografici per essere parte del mito e non solo spettatori.
La visita alla downtown consente di cogliere qua e là scorci della Los Angeles che fu: dal Pueblo de Los Angeles il parco storico che sorge dove nel 1781 nacque la città, alla Avila House datata 1818, la più vecchia casa della metropoli, e alla City Hall, nel suo centro nevralgico e sorprendentemente tranquillo.
LAS VEGAS
Las Vegas è un animale notturno, completamente irriconoscibile alla luce del sole. È fatta di luce, di architetture folli che hanno un senso solo se vengono trasfigurate dalle ombre della notte. Vegas è una sorta di non luogo, un sogno o un incubo nato in mezzo al deserto. È una città impossibile, immaginata e voluta da un gangster pieno di fantasia e di fiuto, Bugsy Segal, che nel 1964 vi aveva aperto il primo casinò. Non ci sono stelle nel cielo di Las Vegas tanta è la luce che la città del gioco e del piacere proietta nel suo “particolare” universo. Non ci sono regole, né sonno, né pace, né limiti nelle sue notti.
Per conoscerla bisogna perdersi e… mettersi letteralmente “in gioco”.
I Grand Hotel dello Strip sembrano immensi luna park, città dei balocchi in formato “adults only”. Ci sono Venezia in miniatura, una svettante tour Eiffel, vulcani che eruttano luce, pirati che sparano cannonate, una riedizione di Roma antica che fa vergognare Cinecittà. Per non parlare dei faraoni, del ponte di Brooklyn e della Statua della Libertà. Ma se per caso vi svegliate un mattino con la voglia di vedere Las Vegas “nuda” delle sue luci e delle sue follie potreste ritrovarvi fuori dal sogno e scoprire qualcosa della vecchia città di frontiera, dura, piena di contrasti, di gallerie d’arte e di negozi alternativi, di cappelle matrimoniali, di tattoo shop e mostre di altissimo livello. Fuori dai tavoli da gioco, lontano dalle slot machine c’è un altro mondo che la luce non perdona: l’altra faccia del peccato.
GRAND CANYON
Il Grand Canyon, la più grande frattura della superficie terrestre dopo la Rift Valley (Africa), è attraversato dal fiume Colorado, lungo 450 km e profondo oltre un chilometro e mezzo. Questo parco, unico per le sue caratteristiche geologiche, è l’esempio più significativo dell’azione dei fenomeni erosivi naturali. Gli elementi che maggiormente hanno contribuito a modellare la sua conformazione sono stati il vento, l’acqua e il ghiaccio, ma anche l’attività vulcanica e il fenomeno della deriva dei continenti. Il Canyon è profondo oltre 1.500 m e ha una lunghezza variabile da 200 m a 29 km. I due punti d’accesso principali sono: il South Rim, in cui si trovano le numerose strutture ricettive e i view point più spettacolari e il North Rim, più selvaggio. La prima spedizione scientifica in questo luogo si verificò alla fine degli anni ’70 del XIX secolo ad opera dello statunitense Jon Wesey Powel; egli descrisse le rocce sedimentarie come “pagine di un grande libro di storia”.
e termina in ...
POLINESIA
BORA BORA
È la perla del Pacifico, set cinematografico di innumerevoli film, forse davvero "la più bella Iosla del Mondo", come la definì James Michener nel suo Ritorno al Paradiso (1950). Bora Bora incarna , con le sue genti cortesi, il suo anello (in realtà un poligono) di Barriera Corallina e le montagne sbocconcellate dal tempo, la leggenda stessa dei mari del Sud.
Questa è l'isola del turismo più esclusivo, qui hanno la casa star di Hollywood, qui, più che altrove, l'attenzione alla salvaguardia del "Paradiso" è costante. Indubbiamente Bora Bora è la vera star tra le isole del Pacifico. Leggenda vuole che il Dio Ta'aroa la modellasse per ultima cercando di ovviare a tutti gli errori compiuti in precedenza e facendone il suo capolavoro.
RANGIROA
Rangiroa significa "cielo senza fine", dove il mare si fonde all'orizzonte del cielo, nascondendo l'estremità dell'atollo e dando la sensazione di essere sospesi in aria. L'atollo è costituito da 250 isole con circa 100 passaggi tra la laguna e l'oceano, e racchiude oltre 400 specie di molluschi e pesci.
È la perla del Pacifico, set cinematografico di innumerevoli film, forse davvero "la più bella Iosla del Mondo", come la definì James Michener nel suo Ritorno al Paradiso (1950). Bora Bora incarna , con le sue genti cortesi, il suo anello (in realtà un poligono) di Barriera Corallina e le montagne sbocconcellate dal tempo, la leggenda stessa dei mari del Sud.
Questa è l'isola del turismo più esclusivo, qui hanno la casa star di Hollywood, qui, più che altrove, l'attenzione alla salvaguardia del "Paradiso" è costante. Indubbiamente Bora Bora è la vera star tra le isole del Pacifico. Leggenda vuole che il Dio Ta'aroa la modellasse per ultima cercando di ovviare a tutti gli errori compiuti in precedenza e facendone il suo capolavoro.
RANGIROA
Rangiroa significa "cielo senza fine", dove il mare si fonde all'orizzonte del cielo, nascondendo l'estremità dell'atollo e dando la sensazione di essere sospesi in aria. L'atollo è costituito da 250 isole con circa 100 passaggi tra la laguna e l'oceano, e racchiude oltre 400 specie di molluschi e pesci.